Claudia Cantisani ospite della storica trasmissione di Radio Rai 1, #Stereonotte, con Max De Tomassi.
Riascolta e scarica la puntata:👉🏻 http://bit.ly/StereonotteFB ![]() DIVENTA UN DISCO IL BERLIN BABYLON PROJECT, LO SPETTACOLO LIVE DEL MUSICISTA SALVATORE PAPOTTO LEVEL ONE, IN USCITA IL 30 OTTOBRE PER LA STANZA NASCOSTA RECORDS, E’ ANTICIPATO DAL SINGOLO EVOLUTION, SU TUTTE LE PIATTAFORME DIGITALI E IN RADIO DA SABATO 12 OTTOBRE. IN USCITA ANCHE IL VIDEOCLIP UFFICIALE DEL BRANO PER LA REGIA DI IRENE FRANCHI Diventa un disco il Berlin Babylon Project, lo spettacolo live ideato dal musicista e produttore Salvatore Papotto. In uscita il 30 ottobre per La Stanza Nascosta Records l’album Level One, anticipato dal singolo Evolution, in radio e sui digital stores da sabato 12 ottobre. Evolution, che si muove tra sonorità chill-out e downtempo à la Groove Armada, è accompagnato dal videoclip ufficiale, per la regia di Irene Franchi, che affianca il musicista nel progetto. Link al videoclip: https://www.youtube.com/watch?v=5UL9lL9qLP8&feature=youtu.be&fbclid=IwAR0Ed7rm-urEPwZjFReJNnyrYHJhDtWVr67u2Tp3Vn6kfGGp0NiYgPYxWxM Il videoclip-racconta la regista Irene Franchi- fonde due universi differenti: uno dai ritmi sincopati, quasi compulsivi, propri della freneticità del quotidiano e uno dai tempi più lenti; un mondo subacqueo enigmatico ed ovattato, dalle suggestioni quasi oniriche. E’ unicamente in questa dimensione, in questo spazio del sogno, che il protagonista, condannato sulla terra ad una estenuante e frustrante ricerca senza approdo, sembra poter vivere la sua storia d’amore. Le riprese sono state effettuate tutte in movimento, con una camera a mano, nella splendida zona di Capo Testa, in Sardegna. Il forte maestrale ha acuito il divario tra l’immobilismo dello spettacolare granito bianco ed il dinamismo delle figure umane, del mare, della macchia mediterranea. Mi sono servita dello slow-motion in camera per esaltare il movimento dei capelli e delle vesti della attrice protagonista, in voluta continuità/assonanza con la fluidità del paesaggio marino. Le riprese subacquee sono state effettuate con la GoPro, sfruttando il forte contrasto prodotto dal controluce, visivamente impattante. La mia post produzione è sempre, volutamente, molto pulita e lineare; lavoro con un montaggio che esclude transizioni troppo forti, assecondando ed enfatizzando l’intrinseca energia del brano. IL DISCO Il contesto di produzione e di ricezione di Level One lo contrassegna come opera mista, che si pone a valle della combinazione di una parte scritta e di una parte fonovideografica fissata su un supporto. L’interazione tra l’immagine costruita da Irene Franchi e la musica di Papotto risulta di primaria importanza ai fini dello statuto identitario dell’opera. Il Berlin-Babylon Project inscrive in una creazione originale un ampio ventaglio di influenze: nell’universo visionario e ipnotico di Salvatore Papotto, che sembra rielaborare gli esiti più felici della French music, si rinvengono reminiscenze dei The Prodigy e dichiarate citazioni dell’espressionismo degli Einstürzende Neubauten, passando per l’avanguardia elettronica tedesca e americana, l’ easytronica degli Air, lo psichedelismo romantico dei Chemical Brothers, lo spirito rétro dei Daft Punk ed il sorprendente patchwork sonoro dei Goblin. Nell’album, prevalentemente strumentale, figurano anche due episodi cantati: In the mirror (testo e chitarre di Leonardo Guelpa, in arte Clyde, e musica di Papotto), che vede la partecipazione di Selene Cioffi e Tired river, (testo di Claudia Erba e musica di Papotto) interpretata da Marialaura Specchia, già voce dei Verily So. TRACK LIST 1 Bass Trip 2 In The Mirror feat. Selene 3 Unloving Girl 4 Tired River feat. Maria Laura Specchia 5 Gibilterra 6 Evolution 7 Bracerie 8 Level One IL LIVE Berlin Babylon Project nasce come spettacolo oscuro e immaginifico di immediata resa sonora e scenica, inscritto in una ideale linea di congiunzione tra le due capitali che sono state, in epoche diverse, il crocevia dei movimenti artistico-culturali più significativi. Il progetto si è caratterizzato, fin dall’origine per la peculiare combinazione di onirismo di stampo ambient, riverberi dub e spasmi synth, rumorismo e incursioni jazz. La ricerca di una dimensione identitaria nuova, ibrida e contaminata si è tradotta in una alternanza di sonorità industrial, techno e jungle tipicamente berlinesi, suoni percussivi e fascinazioni medio-orientali. Con l’ingresso nel progetto della filmaker e fotografa professionista Irene Franchi, Il Berlin Babylon Project diviene, a tutti gli effetti, uno spettacolo multimediale, arricchito dalla realizzazione/gestione in tempo reale di video fondali dalle atmosfere visionarie, in perfetta simbiosi con il tappeto musicale. In qualità di vee-jay-racconta Irene Franchi- contribuisco alla creazione di una performance live multisensoriale dall’intenso impatto emozionale, che coinvolge l’udito e la visione, il suono e l’immagine, accorpando nel “medium” digitale linguaggi narrativi ed elementi concettuali diversi. Sonorità e texture visuali vengono modulate dal vivo in modo ogni volta inedito, atteggiandosi diversamente, nella singola “esecuzione”, l’interazione tra l’immagine e la musica. La musica viene associata, nella dimensione live, ad un video diverso rispetto a quello specificamente realizzato per il brano “Evolution”; le scenografie, in continuo mutamento, possono essere lette come nuova interpretazione dell’opera o come creazione di un’opera ulteriore rispetto a quella originaria. Cerco di non cadere nella facile spettacolarizzazione visiva di ciò che viene suonato, facendo aderire il più possibile la parte visuale alle suggestioni sonore, con l’obbiettivo di dare vita ad un vero e proprio concerto per immagini improntato alla massima coerenza semantica. “Il Berlin-Babylon Project si muove tra oralità, scrittura e fonografia disegnando una personale topografia dell’improvvisazione transidiomatica, nella quale il suono viene trattato in tempo reale attraverso l’impiego combinato di strumenti acustici ed elettronici. Un tentativo di superamento della dicotomia composizione/improvvisazione è attuato mediante l’innesto-su basi elettroniche confezionate sapientemente dall’artista- di un istant composing melodico, realizzato live attraverso campionamenti e loop-station, con l’apporto ora del basso elettrico, ora del contrabbasso in funzione di collante. Tuttavia il Berlin-Babylon Project si inserisce nello scivoloso terreno di confine tra performance e opera, senza volerne forzatamente risolvere le ambiguità che ab origine lo caratterizzano: pur non essendo estranea al progetto un’intenzionalità artistica ed essendo presenti indubbiamente, almeno in parte, degli elementi o delle strutture pregresse, l’evento musicale è immune da qualsivoglia valore prescrittivo; l’autore mette in scena una autentica estetica dell’imprevisto non reinterpretabile, ma che può nel contempo costituire l’origine di un’opera fonografica; si tratta di un evento estemporaneo collocato in un ben identificato contesto spazio-temporale, un’ “opera in atto”, per dirla con Sandrine Darsel (2009); permane-infine- lo iato tra tendenziale irripetibilità e registrazione cristallizzatrice. In questo orizzonte irrisolto e volutamente in fieri, che tende a contrastare la caduta auratica attraverso il rafforzamento della dimensione incommutabile dell’hic et nunc, risiede il fascino del Berlin-Babylon Project, profondamente postmoderno nella sua polisemia.” (Claudia Erba su Sound36, Magazine di Cultura Musicale, Arti e Spettacolo.) Salvatore Papotto- Bio Nato a Cecina nel 1978, si diploma all’Accademia Nazionale del Jazz di Siena. E’musicista, compositore, arrangiatore e produttore artistico. Dal 1998 al 2013 fa parte, in qualità di bassista, dei Madame du Bois, band toscana nata da un’idea di Saverio Guerrini (voce del gruppo). Con i Madame du Bois, opening-act di Dream Theater, Robben Ford, Marco Parente e Max Gazzè, Papotto pubblica due album,“Non sono il re” (Ray Music 2002) e “Gli occhi di qualcun altro” (Autoprodotto, 2015), e partecipa a numerosi festival e concorsi musicali, calcando tra gli altri il palco del Pistoia Blues. I MDB ottengono una menzione speciale con “Punk”, che nel 2003 si aggiudica il premio come miglior singolo per la radio RDS. Nel 2015 S. Papotto fonda La Stanza Nascosta Records, etichetta indipendente con sede ad Alghero (SS) ma operativa sull’intero territorio nazionale. Tra le collaborazioni, negli anni: “Tweleve”(con i quali scala le classifiche in Inghilterra e Giappone), Giulia Millanta, Richard Kershaw, James Wynne, Livia Ranalli nei live. Ha inoltre preso parte alla registrazione del disco di Cesare Carugi, Pontchartrain (Electric Bass in “Troubled Waters”, “Long Nights Awake” and “Charley Varrick”), distribuito dalla IRD. Attualmente collabora in fase di composizione con il cantautore, scrittore e poeta Oliviero Malaspina (Fabrizio De André, Cristiano De André, Raphael Gualazzi). Link social: https://www.facebook.com/berlinbabylonproject/ https://www.facebook.com/Salvatore-Papotto-126863284180499/ Irene Franchi-Bio Irene Franchi è una filmaker e fotografa professionista. Si è formata all’Accademia di Belle Arti di Carrara conseguendo il titolo di II livello in Net art e Culture Digitali nel dipartimento di Arti Multimediali. Da 14 anni lavora con entusiasmo e dedizione nel mondo dell’arte, nello specifico della produzione video e foto professionale. Sito Internet: https://www.irenefranchi.com/ GLI OTIUM:
DAL 4 OTTOBRE SUI DIGITAL STORES IL DEBUT-ALBUM “NESSUN NEGOZIATO” DISTRIBUITO DA “LA STANZA NASCOSTA RECORDS” Dal 4 ottobre su tutti i digital stores il debut-album del duo romano Gli Otium, “Nessun negoziato”, che è stato anticipato dall’uscita del singolo “Ciao sono quel Dio”, in rotazione radiofonica dallo scorso 21 giugno. Link al videoclip ufficiale, per la regia di Sergio Galassi (http://www.creativ-o.it/): https://www.youtube.com/watch?time_continue=190&v=m-PxgPEU4Eg Quella de “Gli Otium”, novelli flâneurs della canzone d’autore, è una vacuità solo apparente, un indugiare deliberato in una dimensione umanistica di pienezza ideativa. In questo spazio di assoluta libertà da coercizioni eteroimposte, di affrancamento da assilli cronometrici e riempitivi obbligati, sembra affacciarsi l’autentico-semiserio- tempo della vita. “Dietro le canzoni del nostro album- raccontano Gli Otium- c’è un sorriso costante e mai una derisione; si direbbe che il nostro scrivere è un omaggio all'ironia e al motivo per cui esiste: esorcizzare e nascondere, anche un po' a noi stessi, l’amarezza. L'otium aiuta ad edulcorare i fatti, a renderli meno gravi, nel caso in cui decidessimo o fossimo costretti, un giorno, ad affrontarli per davvero.” Marco e Michele, in arte “Gli Otium”, amano definire le loro canzoni “Musica da camera (con ampio affaccio sul mare), o musica mediterranea. Ma anche-e soprattutto, forse- musica libera, perfino dal bisogno di definirsi.” “Dopo mesi e mesi di lunghe sessioni di ozio- raccontano Marco e Michele- nella totale assenza di qualsiasi costrizione, dedizione, urgenza, scadenza o impegno, abbiamo deciso di arrangiare e quindi raccogliere alcuni frutti di tale ricreazione in un album, il cui filo conduttore è l'estraneità a qualsiasi compromesso, e che unicamente per questo abbiamo voluto chiamare Nessun Negoziato. Non ci sono tendenze musicali, stili verbali, esigenze comunicative o mode espressive che ci abbiano in alcun modo condizionato o con le quali abbiamo ritenuto di dover negoziare. I brani contenuti nell’album, sono nati e rimasti semplicemente così, con irrilevanti aggiustamenti in corso d’opera. Li offriamo a voi nella loro rude e franca disinvoltura sintattica o grammaticale. Abbiamo dipinto vari personaggi che abbiamo visto passare fugacemente, come la giovane ragazza fiorentina in “Canzone Fighetta”, ma anche l'automobilista comasco insofferente ai condizionamenti in “Musica nel Traffico” o il corpacciuto trans in cerca di una identità in “Trastevere” o, ancora, l'appassionato venditore di vinili fanatico del rock progressive e della musica melodica cantautorale italiana, in “Marta”. Abbiamo cercato di indovinare le emozioni, i sentimenti, le pulsioni, che attraversano loro anime e i loro sguardi (intuendole nel laido cinquantenne in “Chantal” o nella tenera “Flaminia”, nostalgica della sua terra, nel brano “L'Olimpica”). Abbiamo immaginato non tanto un Dio, ma “quel” Dio di cui le persone a volte sentono il bisogno (“Ciao sono quel Dio”); non tanto la figura del Pontefice in sé, ma di un suo ipotetico interlocutore nel momento in cui avesse l'opportunità di parlargli (l'anticlericale Andrea da Porta Pia in “Papa Francesco”). Senza alcuna velleità di analisi e tanto meno di giudizio, ci siamo imbattuti oziando, abbozzandone poi i ritratti, in esemplari della società in cui viviamo, che vediamo abitata da politicanti viziosi ed ipocriti e da frustrati insoddisfatti (“Il Candidato”); da cantanti vittime dell'ansia da successo (in “Anita”); da eterni immaturi, incapaci di una relazione emotiva adulta (il povero sfrattato in “Sofia”) e del tutto indifesi davanti al fallimento e alle sconfitte (il maturo nostalgico in “Altri inferni”). C’è infine chi trova e vive una purezza spensierata, attraverso fughe ideali in luoghi lontani nello spazio e nel tempo (il tizio scanzonato in “Buone Feste”). Senza pregiudizi o particolari ansie giudicanti, abbiamo osservato e provato a descrivere -come in un ritratto impressionista - la nostra società per come ci appare oggi ad un primo sommario sguardo: i leader delle nazioni potenti che si scambiano adolescenziali messaggini di minaccia, mentre giocano a risiko con popolazioni e continenti ignorando i drammi umani che le loro azioni comportano; la pressoché totale indifferenza di una popolazione che appare più interessata alle rughe o alle sue, seppur rispettabilissime, quotidiane paure (“Il dittatore asiatico”); la mancanza del coraggio di vedere e di sapere, prima ancora che di decidere, un futuro diverso.” Vocalità intenzionalmente sgangherata ed essenzialità negli arrangiamenti, Gli Otium- alfieri di una disarmante naïvete stilistica, dalle infinite declinazioni cromatiche- si fanno, in “Nessun Negoziato” scenografi, costumisti e registi di una autentica commedia umana in musica, che si muove tra voluta artigianalità e complesse geografie interiori. LINK SOCIAL: https://www.facebook.com/Gliotivm/ https://www.youtube.com/user/testiecontesti?fbclid=IwAR2Kp45b9CJVsx8X8LcWN7-6DRX9WEkrqqyn7Fsbgz0OR-BmIq_9dwzZyU4 |
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Marzo 2025
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