Da martedì 27 febbraio in rotazione radiofonica il singolo Quattro stagioni a Rio, secondo estratto-dopo L’elogio dell’errore- dall’album del cantautore magentino Pietro Saino, Canzoni sovrappensiero (distribuito dall’etichetta algherese, ma operativa in tutto il territorio nazionale, La Stanza Nascosta Records e promosso da Verbatim Ufficio Stampa). Quattro stagioni a Rio è un brano dalle forti suggestioni carioca, scritto da Pietro Saino e arrangiato dall’autore insieme a Mariano Medda e Paolo Rossini. Il videoclip ufficiale, per la regia di Miriam Gregorio, è visibile sul canale you tube dell’etichetta e dell’artista, oltre che sulle pagine social del cantautore. (https://www.facebook.com/pietrosainomusica/) Saino racconta così la genesi della canzone: Spesso è difficile separarsi da una storia che è inesorabilmente finita e capita sempre quel momento in cui, anche senza volerlo, si rivivono attimi intensissimi che però fanno ormai parte del passato. Questa fase, secondo me, non provoca necessariamente solo dolore. Mi sono sorpreso a sorridere ripensando a vecchi momenti dove sono stato bene, dove ho riso, dove ho pianto, dove ho litigato. Quello che colpisce sempre, in questi casi, è la nitidezza con cui si ricorda ogni passaggio, ogni dialogo, ogni sfumatura. Ho deciso di scrivere una canzone che riassumesse tutto questo, che descrivesse una storia d’amore nella sua “parabola”: il pre, l’inizio, il culmine e la fine. Questo ripercorrere il passato con dolore ma anche col sorriso mi ha spinto a scegliere un genere musicale particolare, per descrivere i momenti che avevo intenzione di immortalare: la bossa nova. E’ un tipo di musica brasiliana che trae origine dalla samba e, nel suo stato d’animo, è generalmente dolce-amara. Scegliere una musica proveniente da un continente così lontano, poi, è utile per dare l’idea della lontananza che c’è adesso, dove i due protagonisti sono come separati da un oceano, in mezzo. La carriera professionale di Saino inizia come autore per “Buona la prima”, programma con Ale e Franz, per passare poi a “Colorado” e al mondo “Zelig” come autore di un laboratorio di comicità a Rozzano. Firma di alcune telepromozioni di Rai e Mediaset, oltre che di una sitcom su La3, Pietro Saino negli anni si cimenta in moltissime ed eterogenee esperienze professionali che lo portano ad approfondire la curiosità che nutre nei confronti dell’interiorità umana e della creatività: docente per tre anni in un istituto Enaip, curatore della rassegna Cinematografica dell’azienda Ospedaliera di Legnano, Art Director per un accessorio di alta visibilità, aiuto regista, organizzatore di eventi roadshow, vicedirettore in un college inglese e Group Leader per ragazzi in vacanze studio all’estero, Copywriter. Oggi vive (e scrive) a Magenta. Canta fin da piccolo come esigenza emotiva, fino a perfezionare questa passione con Roberta Mangiacavalli, già vocal coach di Giusy Ferreri. Facebook Official page: https://www.facebook.com/commentiamargine/ "Non inizia Bene NEANCHE QUESTO WEEKEND"-In Radio E SUI DIGITAL STORES LO SWING DI CLAUDIA CANTISANI24/2/2018 Da sabato 24 febbraio su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica il singolo di Claudia Cantisani Non inizia bene neanche questo weekend, accompagnato dal videoclip ufficiale, per la regia di Stacco 12, e apripista dell’album omonimo, in uscita per La Stanza Nascosta Records il prossimo 10 marzo. Il brano Non inizia bene neanche questo weekend, dopo una intro soul evolve in uno swing trascinante dominato dai fiati di Massimo Morganti, Felice Clemente e Marco Mariani. La vocalist e compositrice, laziale di nascita ma lucana d’adozione, racconta così il singolo: Questa è storia di paese: l’ennesimo, uguale weekend. Stessi posti, stessa gente, stesso cielo grigio.L’alternativa? Ma champagne! Il videoclip, girato all’interno di un piccolo locale-raccontano le registe Irene Franchi e Roberta Morelli di Stacco12- vuole essere, in aderenza alle intenzioni di Claudia Cantisani, un affresco semiserio della quotidianità della vita di provincia nel fine settimana, scandita da una deludente abitudinarietà che si scontra inizialmente con le aspettative irrealistiche della protagonista e popolata da un campionario di umanità strabiliante, che si rivelerà infine presenza irrinunciabile. Abbiamo impiegato il “freeze frame” (o congelamento dell’immagine), funzionale alla costruzione del ritmo audiovisivo, marcando visivamente le pause ritmiche significative nel flusso sonoro fino all’epilogo corale, un ballo collettivo dal sapore catartico. Sono sempre molto contento quando ascolto della canzone jazz al femminile, ma quando sento una voce come quella di Claudia Cantisani sono contento ancor di più-scrive Sergio Caputo nelle note all’album. Una voce così non si sentiva dai tempi di Caterina Valente e di Mina; una voce elastica e fluida, che va dritta alle note senza svolazzi e gorgheggi, e taglia dritto attraverso l’orchestra senza mai perdersi in ghirigori leziosi. Immune dall’estetica patinata di certo jazz al femminile-stucchevole nell’esasperazione virtuosistica-la vocalità ludica ed evocativa di Claudia Cantisani, antidiva per eccellenza, si solleva sulla pesantezza del vivere dimostrando, calvinianamente, che nella sua gravità c’è il segreto della leggerezza. Claudia Erba-Verbatim Ufficio Stampa Il giornalista musicale Marco Amaducci ha ascoltato e recensito per "Extra Music Magazine" l'album di debutto della band laziale Veramadre.
See more at: www.xtm.it/DettaglioEmergenti.aspx?ID=18945#sthash.xiGXdOPH.dpbs Marco Bicchierini ha ascoltato per il magazine Shiver l'ep Emigrato cosciente di Andrea Brunotti.
<<“Emigrato Cosciente“ è una presa di posizione, ma senza l’uso della forza. Ottimo lavoro, che non smetteresti mai di ascoltare. Il cantautorato è vivo, oggi più che mai ed i padri costituenti del genere… ringraziano. Bravo Andrea.>> See more at:www.shiverwebzine.com/2018/02/01/andrea-brunotti-emigrato-cosciente-2017/ COMUNICATO STAMPA
In uscita lunedì 5 febbraio, sul canale you tube di Raffaele Pillai e su La Stanza nascosta Channel, il videoclip ufficiale di Ipnotica, per la regia di Alessandro Siddi e Nicola Pinna. Ipnotica, secondo estratto- dopo Il custode- dall’ep Una storia tipica italiana del cantautore sardo Raffaele Pillai, è un Rock & Roll dalla ritmica incisiva che racconta l’amore come sentimento simbiotico; sonorità e melodia sembrano essere un tributo ai migliori Litfiba. L’ep Una storia tipica italiana- uscito il sedici ottobre scorso- è distribuito dall’etichetta discografica (con sede ad Alghero, SS, ma operativa sull’intero territorio nazionale) La Stanza Nascosta Records e promosso da Verbatim Ufficio Stampa di Claudia Erba. Nato a Cagliari nel ’77, Pillai inizia gli studi musicali all'età di 14 anni. Si cimenta-come autodidatta- nel basso e successivamente si iscrive al Conservatorio dove approfondisce lo studio del Contrabbasso. Frequenta poi il CPM di Milano, specializzandosi in basso elettrico. Nel 2005 inizia a comporre i primi brani con l'ausilio di una band. Dicono di Raffaele Pillai: <<“Una Storia Tipica Italiana” è il percorso di un uomo che ha trovato nella musica la via per raccontarsi, tenendosi a distanza da scorciatoie e tematiche facili da digerire. Se siete alla ricerca di qualcosa di nuovo e privo di filtri, vi consiglio di dare una possibilità alle sette canzoni composte dal sardo Raffaele Pillai.>> (Marco Amaducci, Extra Music magazine) <<Il timbro vocale di Pillai ricorda molto quello di Francesco Renga e si ispira molto nella composizione appunto ai primi Timoria e alla new wave fiorentina così come emerge chiaramente dagli ascolti.>> (Music Free) |
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Novembre 2024
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